Donne dimenticate dalla storia

Donne dimenticate dalla storia: Gertrude Bell

Laureata in Storia, diventa archeologa e si specializza nel Vicino Oriente. Il suo nome sarà legato per sempre alla costituzione dello stato dell’Iraq. Leggi la sua affascinante storia.

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Continuiamo questo fantastico viaggio alla scoperta delle donne dimenticate dalla storia. Donne importanti di cui si parla troppo poco ma che hanno reso grande il loro nome. Donne che si sono distinte per le loro prodezze o per le loro conoscenze. In questo articolo ti raccontiamo la storia di Gertrude Bell.

È la prima donna ad essersi laureata in Storia nell’Inghilterra di fine Ottocento, a Oxford per giunta. Già questo fa di Gertrude Bell una pioniera, una donna da record.

Gertrude Bell da giovane

Si forma come archeologa e si specializza nel Vicino Oriente Antico, cioè in quello che nella geopolitica attuale è chiamato Medio Oriente e che proprio in quei decenni, a cavallo del XX secolo, si andava delineando politicamente, con lo zampino della Gran Bretagna.

All’epoca l’archeologia si praticava in maniera molto diversa da ora. Non servivano concessioni di scavo e tutte le menate burocratiche che oggi precedono ogni campagna di scavo. All’epoca non serviva neanche avere un progetto di scavo specifico perché in effetti era ancora (quasi) tutto da scoprire.

Le ricerche archeologiche, soprattutto nel Vicino Oriente, avevano il sapore dell’avventura, erano più simili ad autentiche esplorazioni geografiche che non a indagini scientifiche. Lo racconta molto bene proprio Gertrude Bell in un libro bellissimo, corredato dalle sue proprie fotografie: “Viaggio in Siria”.

Scritto di suo pugno e pubblicato nel 1905 basandosi sui propri diari e sulle lettere scritte ai parenti rimasti in Gran Bretagna, il “Viaggio in Siria” è innanzitutto un racconto di viaggio e solo in seconda misura il racconto delle sue ricerche archeologiche.

Gertrude Bell in Iraq

Gertrude Bell percorre la Siria da una parte all’altra, documentando ogni volta siti archeologici già conosciuti, annotando di chiese in rovina e di tell, collinette formatesi nel corso dei secoli sotto le quali nel Vicino Oriente solitamente si cela solitamente un antico insediamento.

Ma più di tutto Gertrude racconta del suo incontro con le persone appartenenti alle diverse etnie, alle diverse confessioni religiose, che siano cristiane o musulmane non fa differenza. Emerge un mondo, in quei territori oggi devastati dal genocidio che Israele sta perpetrando al popolo palestinese, in cui non esisteva intolleranza religiosa, quanto piuttosto differenze nei costumi, nei modi di fare, tra l’una e l’altra etnia.

Gertrude Bell annota tutto e tutto fotografa, accompagnata dalla sua fida Kodak Box Camera.

Le sue fotografie, scattate in tutti i suoi viaggi, fino al 1926 anno della sua morte, sono raccolte nel Gertrude Bell Archive insieme alle lettere e ai diari. Una mole di dati e di informazioni vastissima per conoscere sia l’archeologa che quella parte di mondo in un momento cruciale: quando cioè gli Inglesi disegnarono i confini degli Stati del Medio Oriente, della Siria, della Giordania, dell’Iraq.

E proprio per l’Iraq Gertrude Bell giocò un ruolo fondamentale.

Per la sua approfondita conoscenza, sia storica che geografica, del Vicino Oriente, la Bell iniziò a collaborare col governo britannico e si ritrovò al fianco di Lawrence d’Arabia, il cui nome immediatamente evoca atmosfere da film anni Cinquanta.

In effetti giocò un ruolo fondamentale nella costituzione dell’Iraq, disegnandone i confini a tavolino.

Da buona archeologa, infatti, aveva dimestichezza con le carte topografiche, che disegnò appositamente perché l’esercito inglese potesse giungere con facilità a Baghdad senza incappare in pericoli: ciò che le derivava dall’approfondita conoscenza dei luoghi e delle comunità locali.

Dagli Iracheni è considerata la madre dell’Iraq, anzi all’epoca fu chiamata “la regina senza corona dell’Iraq”.

Questo perché la corona in capo l’aveva Faysal, sovrano d’Iraq, mentre Gertrude fu scelta per dirigere la casa della regina, sposa di Faysal. E mentre Gertrude aveva simpatia per la regina, la regina non ricambiava, anzi, odiava il fatto che il suo consorte, nonché re dell’Iraq, portasse Gertrude in sì alta considerazione.

Gertrude Bell fotografata in riva a un lago

Da buona archeologa, nel neonato stato, grazie al sostegno del re, realizzò il Museo Archeologico Nazionale di Baghdad e l’Istituto di Archeologia.

Accanto alla sua vita da esploratrice e da “spia” al servizio segreto di Sua Maestà, l’attitudine dell’archeologa era sempre viva. Studiò e scavò il sito di Ukhaidir in Iraq, esplorò Samarra e Babilonia.

Indubbiamente la aiutò nelle sue imprese la profonda empatia nei confronti delle persone che incontrava, a qualunque etnia e livello sociale esse appartenessero. In questo senso Gertrude rivela una personalità curiosa e interessata a quello che le sta intorno, acuta osservatrice.

Gertrude Bell non si sposò mai. Del resto, sposarsi per una donna con il suo spirito da esploratrice avrebbe significato la fine di ogni sua pulsione in quel senso. Non sappiamo come Gertrude affrontò la scelta di restare sola. Non sappiamo neanche se fu una scelta.

Quel che è certo è che la sua vita è stata intensa proprio perché riuscì a distinguersi come se stessa e non come Gertrude Bell moglie di… e questo, nell’Europa del primo Novecento era senza dubbio, ancora una volta, un record.

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